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Case Terrasini: sole, mare, storia, cultura e relax, case, quanto di meglio puoi trovare nel Mediterraneo |
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Quelle oasi in mezzo alle campagne: I Bagli siciliani
"L'Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto... La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l'unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra... chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita". J.W. Goethe
Chi non è mai stato in Sicilia non può comprendere le parole dello scrittore romantico tedesco. La Sicilia ammalia, ti fa la "maarìa". Come la maga Circe stregò Ulisse, così il viaggiatore oggi rimane sedotto da questa terra magica. I Siciliani ti accolgono e ti rimangono per sempre nel cuore. Non vi so spiegare il perché, ma è come se più che un viaggio, più che un'esperienza, la Trinacria e il suo eclettico e complesso popolo ti rimangano nel sangue.
Una delle cose che mi ha particolarmente colpito andando in giro per le varie località di mare e i piccoli paesi dell'entroterra nel territorio del Golfo di Castellammare, percorrendo strade secondarie e non molto trafficate, sono i Bagli. Mi è capitato spesso di avvistare decadenti e belle costruzioni antiche in mezzo alle sperdute campagne assolate. Ma quello che mi ha attratto particolarmente è proprio questa loro decadenza, le loro "facce" antiche che non nascondono le rughe, anzi al contrario sembra ne vadano fiere, espressione del tempo passato e della gloria che fu. Molti sono in stato di abbandono, anche se nei territori a vocazione agricola, sono stati recuperati e riconvertiti in agriturismo. Alcuni invece sono stati restaurati, spesso vi sono state anche realizzate le piscine, e vengono affittati come case-vacanze di lusso.
Sono quasi tutti di epoca arabo-normanna. Il nome Baglio è di origine incerta. Alcuni sostengono derivi dal latino ballium, che indicava un cortile circondato da fortificazioni o da strutture elevate; secondo altri potrebbe invece indicare la sede del Baiuolo, un delegato del re, che aveva il compito di amministrare l'erario e di dirimere le controversie tra i grandi feudatari. Un'altra ipotesi, la più accreditata tra gli studiosi, fa derivare il nome dal termine arabo bahal, cioè cortile.
In Sicilia i bagli si caratterizzano come fattorie fortificate, dotate di ampi cortili e si diffondono soprattutto tra il Cinquecento e il Settecento come opere di colonizzazione delle aree interne e disabitate dell'isola da parte dei baroni e dei signorotti locali. In quei secoli la Sicilia era sotto la dominazione spagnola. La Spagna necessitava di grandi quantità di cereali e aveva così dato ai nobili dell'isola la concessione di una "licenza di ripopolamento", grazie alla quale i signori arrivarono a fondare persino dei veri e propri villaggi attorno alla costruzione originaria. I bagli sono dunque legati alla grande proprietà terriera, espressione del feudo e del latifondo, ed alimentavano le rendite delle classi aristocratiche. Non sono tutti uguali nella struttura, alcuni sono simili ai castelli o a delle fortezze, altre sono delle vere e proprie dimore signorili. Il loro schema tipico, comunque, comprendeva una costruzione introspettiva, cioè chiusa all'esterno e con le aperture tutte rivolte all'interno della corte. Le mura del perimetro, senza aperture, facevano da protezione contro intrusi e malintenzionati e permettevano anche un'eventuale difesa di nemici.
Un grande portone all'ingresso permetteva il passaggio di carrozze e carri da trasporto. In genere, una parte dell'edificio, ad uno o più piani alti, era destinato all'abitazione del "padrone" e della sua famiglia. I piani bassi erano destinati ai contadini, al deposito delle provviste e dei foraggi e alle stalle. Altri locali erano invece usati come deposito per gli attrezzi e come "garage" per le carrozze dei signori.
I bagli sorgono quasi tutti in prossimità di sorgenti d'acqua e in posizioni dominanti, da dove è facile controllare il territorio, e hanno un aspetto esteriore di luoghi fortificati, con poche piccole finestre esterne in legno, munite di inferriate.
Entrare in un "bagghiu" (baglio) è come fare un tuffo indietro nel tempo, in un passato ormai perduto ma che ha lasciato profonde tracce nell'ambiente, nel territorio e nella sua gente.
Provare per credere! Venite in Sicilia, prendete in affitto una bella casa a Terrasini, noleggiate una comoda automobile e fate un giro tra le emozioni e, se vi fermate come ho fatto io al Baglio di Scopello, anche tra i sapori tipici.
Nota: io ho seguito l'itinerario proposto dalla Pro Loco di Castellammare del Golfo
di Monica Cecere - blogger flâneur per Caseterrasini.com
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Quelle oasi in mezzo alle campagne: I Bagli siciliani
"L'Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto... La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l'unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra... chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita". J.W. Goethe
Chi non è mai stato in Sicilia non può comprendere le parole dello scrittore romantico tedesco. La Sicilia ammalia, ti fa la "maarìa". Come la maga Circe stregò Ulisse, così il viaggiatore oggi rimane sedotto da questa terra magica. I Siciliani ti accolgono e ti rimangono per sempre nel cuore. Non vi so spiegare il perché, ma è come se più che un viaggio, più che un'esperienza, la Trinacria e il suo eclettico e complesso popolo ti rimangano nel sangue.
Una delle cose che mi ha particolarmente colpito andando in giro per le varie località di mare e i piccoli paesi dell'entroterra nel territorio del Golfo di Castellammare, percorrendo strade secondarie e non molto trafficate, sono i Bagli. Mi è capitato spesso di avvistare decadenti e belle costruzioni antiche in mezzo alle sperdute campagne assolate. Ma quello che mi ha attratto particolarmente è proprio questa loro decadenza, le loro "facce" antiche che non nascondono le rughe, anzi al contrario sembra ne vadano fiere, espressione del tempo passato e della gloria che fu. Molti sono in stato di abbandono, anche se nei territori a vocazione agricola, sono stati recuperati e riconvertiti in agriturismo. Alcuni invece sono stati restaurati, spesso vi sono state anche realizzate le piscine, e vengono affittati come case-vacanze di lusso.
Sono quasi tutti di epoca arabo-normanna. Il nome Baglio è di origine incerta. Alcuni sostengono derivi dal latino ballium, che indicava un cortile circondato da fortificazioni o da strutture elevate; secondo altri potrebbe invece indicare la sede del Baiuolo, un delegato del re, che aveva il compito di amministrare l'erario e di dirimere le controversie tra i grandi feudatari. Un'altra ipotesi, la più accreditata tra gli studiosi, fa derivare il nome dal termine arabo bahal, cioè cortile.
In Sicilia i bagli si caratterizzano come fattorie fortificate, dotate di ampi cortili e si diffondono soprattutto tra il Cinquecento e il Settecento come opere di colonizzazione delle aree interne e disabitate dell'isola da parte dei baroni e dei signorotti locali. In quei secoli la Sicilia era sotto la dominazione spagnola. La Spagna necessitava di grandi quantità di cereali e aveva così dato ai nobili dell'isola la concessione di una "licenza di ripopolamento", grazie alla quale i signori arrivarono a fondare persino dei veri e propri villaggi attorno alla costruzione originaria. I bagli sono dunque legati alla grande proprietà terriera, espressione del feudo e del latifondo, ed alimentavano le rendite delle classi aristocratiche. Non sono tutti uguali nella struttura, alcuni sono simili ai castelli o a delle fortezze, altre sono delle vere e proprie dimore signorili. Il loro schema tipico, comunque, comprendeva una costruzione introspettiva, cioè chiusa all'esterno e con le aperture tutte rivolte all'interno della corte. Le mura del perimetro, senza aperture, facevano da protezione contro intrusi e malintenzionati e permettevano anche un'eventuale difesa di nemici.
Un grande portone all'ingresso permetteva il passaggio di carrozze e carri da trasporto. In genere, una parte dell'edificio, ad uno o più piani alti, era destinato all'abitazione del "padrone" e della sua famiglia. I piani bassi erano destinati ai contadini, al deposito delle provviste e dei foraggi e alle stalle. Altri locali erano invece usati come deposito per gli attrezzi e come "garage" per le carrozze dei signori.
I bagli sorgono quasi tutti in prossimità di sorgenti d'acqua e in posizioni dominanti, da dove è facile controllare il territorio, e hanno un aspetto esteriore di luoghi fortificati, con poche piccole finestre esterne in legno, munite di inferriate.
Entrare in un "bagghiu" (baglio) è come fare un tuffo indietro nel tempo, in un passato ormai perduto ma che ha lasciato profonde tracce nell'ambiente, nel territorio e nella sua gente.
Provare per credere! Venite in Sicilia, prendete in affitto una bella casa a Terrasini, noleggiate una comoda automobile e fate un giro tra le emozioni e, se vi fermate come ho fatto io al Baglio di Scopello, anche tra i sapori tipici.
Nota: io ho seguito l'itinerario proposto dalla Pro Loco di Castellammare del Golfo
di Monica Cecere - blogger flâneur per Caseterrasini.com
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Quelle oasi in mezzo alle campagne: I Bagli siciliani
"L'Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto... La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l'unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra... chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita". J.W. Goethe
Chi non è mai stato in Sicilia non può comprendere le parole dello scrittore romantico tedesco. La Sicilia ammalia, ti fa la "maarìa". Come la maga Circe stregò Ulisse, così il viaggiatore oggi rimane sedotto da questa terra magica. I Siciliani ti accolgono e ti rimangono per sempre nel cuore. Non vi so spiegare il perché, ma è come se più che un viaggio, più che un'esperienza, la Trinacria e il suo eclettico e complesso popolo ti rimangano nel sangue.
Una delle cose che mi ha particolarmente colpito andando in giro per le varie località di mare e i piccoli paesi dell'entroterra nel territorio del Golfo di Castellammare, percorrendo strade secondarie e non molto trafficate, sono i Bagli. Mi è capitato spesso di avvistare decadenti e belle costruzioni antiche in mezzo alle sperdute campagne assolate. Ma quello che mi ha attratto particolarmente è proprio questa loro decadenza, le loro "facce" antiche che non nascondono le rughe, anzi al contrario sembra ne vadano fiere, espressione del tempo passato e della gloria che fu. Molti sono in stato di abbandono, anche se nei territori a vocazione agricola, sono stati recuperati e riconvertiti in agriturismo. Alcuni invece sono stati restaurati, spesso vi sono state anche realizzate le piscine, e vengono affittati come case-vacanze di lusso.
Sono quasi tutti di epoca arabo-normanna. Il nome Baglio è di origine incerta. Alcuni sostengono derivi dal latino ballium, che indicava un cortile circondato da fortificazioni o da strutture elevate; secondo altri potrebbe invece indicare la sede del Baiuolo, un delegato del re, che aveva il compito di amministrare l'erario e di dirimere le controversie tra i grandi feudatari. Un'altra ipotesi, la più accreditata tra gli studiosi, fa derivare il nome dal termine arabo bahal, cioè cortile.
In Sicilia i bagli si caratterizzano come fattorie fortificate, dotate di ampi cortili e si diffondono soprattutto tra il Cinquecento e il Settecento come opere di colonizzazione delle aree interne e disabitate dell'isola da parte dei baroni e dei signorotti locali. In quei secoli la Sicilia era sotto la dominazione spagnola. La Spagna necessitava di grandi quantità di cereali e aveva così dato ai nobili dell'isola la concessione di una "licenza di ripopolamento", grazie alla quale i signori arrivarono a fondare persino dei veri e propri villaggi attorno alla costruzione originaria. I bagli sono dunque legati alla grande proprietà terriera, espressione del feudo e del latifondo, ed alimentavano le rendite delle classi aristocratiche. Non sono tutti uguali nella struttura, alcuni sono simili ai castelli o a delle fortezze, altre sono delle vere e proprie dimore signorili. Il loro schema tipico, comunque, comprendeva una costruzione introspettiva, cioè chiusa all'esterno e con le aperture tutte rivolte all'interno della corte. Le mura del perimetro, senza aperture, facevano da protezione contro intrusi e malintenzionati e permettevano anche un'eventuale difesa di nemici.
Un grande portone all'ingresso permetteva il passaggio di carrozze e carri da trasporto. In genere, una parte dell'edificio, ad uno o più piani alti, era destinato all'abitazione del "padrone" e della sua famiglia. I piani bassi erano destinati ai contadini, al deposito delle provviste e dei foraggi e alle stalle. Altri locali erano invece usati come deposito per gli attrezzi e come "garage" per le carrozze dei signori.
I bagli sorgono quasi tutti in prossimità di sorgenti d'acqua e in posizioni dominanti, da dove è facile controllare il territorio, e hanno un aspetto esteriore di luoghi fortificati, con poche piccole finestre esterne in legno, munite di inferriate.
Entrare in un "bagghiu" (baglio) è come fare un tuffo indietro nel tempo, in un passato ormai perduto ma che ha lasciato profonde tracce nell'ambiente, nel territorio e nella sua gente.
Provare per credere! Venite in Sicilia, prendete in affitto una bella casa a Terrasini, noleggiate una comoda automobile e fate un giro tra le emozioni e, se vi fermate come ho fatto io al Baglio di Scopello, anche tra i sapori tipici.
Nota: io ho seguito l'itinerario proposto dalla Pro Loco di Castellammare del Golfo
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