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PI GRECO, Il Segreto In-Finito Dell'esistenza




La matematica permea e scolpisce costantemente la nostra vita. I numeri si celano dietro ogni nostro gesto personale, dietro ogni progresso collettivo. Come scrive Andrea Mignone nel suo libro La vita è matematica (Sperling & Kupfer, 2018) se è vero, infatti, che i numeri sono lo strumento per fare calcoli per fare andare l'uomo nello spazio, allo stesso tempo "sono un comodo attrezzo per ragionare sui piccoli e grandi problemi quotidiani".


Ce n'è uno in particolare che condiziona e dirige la vita di tutti noi e rappresenta la chiave fondamentale per interpretare l'Universo: il Pi Greco, rappresentato graficamente dal simbolo π (lettera P dell'alfabeto greco).

Il Pi Greco è il rapporto costante tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro o la base del quadrato che vi può essere iscritto.

Io invece vi voglio spingere ad una riflessione che va sia oltre la matematica sia il significato cabalistico ed esoterico di questo speciale numero ''infinito'' per arrivare ad una considerazione sull'Uomo.

Immaginiamo allora di essere noi stessi un sistema sferico. La nostra apparenza esteriore o fisicità è rappresentata dalla circonferenza con al centro un nucleo vitale (un atomo misterioso in corrispondenza del cuore, la base della vita) il cui rapporto è simboleggiato dal Pi Greco; un rapporto quindi stabilito da un numero infinito.

Questo significa che per andare alla ricerca di noi stessi, per passare dalla nostra circonferenza - gli eventi che viviamo sulla superficie della nostra vita - al nostro interiore profondo - il motore che genera e muove tali eventi - dobbiamo tener conto di un elemento che non ha confini, qualcosa di non-finito e non-definibile.

Tutti gli accadimenti più o meno piacevoli in cui veniamo coinvolti nel corso della nostra vita, sono effetti generati da qualche causa. E dove si trovano le cause se non al centro dell'essere?

È legittimo dunque pensare che se noi riuscissimo ad entrare nel nostro interiore profondo potremmo comprendere cosa dirige la nostra vita, ed utilizzare questa comprensione per indirizzare correttamente il nostro agire di ogni giorno.

Il ''pezzetto'' mancante, che con tutta probabilità mai troveremo visto che la mancanza è determinata da un numero non - finito, è però l'elemento che ci motiva, ci dà la spinta a ricercare continuamente quel tassello esistenziale che ci renderebbe sì esseri totalmente consapevoli del segreto della vita ma senza più l'afflato alla ricerca della felicità.

Il Pi greco, come sapete, è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. Se mettete in fila tre diametri, ottenete ''quasi'' la circonferenza, poiché ne manca un pezzettino. Piccolo, piccolissimo, ma manca. Il Pi greco ci parla di noi, ci dice cosa siamo: esseri imperfetti, destinati per l'eternità a cercare qualcosa che ci manca. Per secoli si è cercato di determinare in modo finito quel decimale che manca, ma si è scoperto che quel numero è ...infinito». Enrico Galiano, insegnate di matematica.



PI GRECO, Il Segreto In-Finito Dell'esistenza




La matematica permea e scolpisce costantemente la nostra vita. I numeri si celano dietro ogni nostro gesto personale, dietro ogni progresso collettivo. Come scrive Andrea Mignone nel suo libro La vita è matematica (Sperling & Kupfer, 2018) se è vero, infatti, che i numeri sono lo strumento per fare calcoli per fare andare l'uomo nello spazio, allo stesso tempo "sono un comodo attrezzo per ragionare sui piccoli e grandi problemi quotidiani".


Ce n'è uno in particolare che condiziona e dirige la vita di tutti noi e rappresenta la chiave fondamentale per interpretare l'Universo: il Pi Greco, rappresentato graficamente dal simbolo π (lettera P dell'alfabeto greco).

Il Pi Greco è il rapporto costante tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro o la base del quadrato che vi può essere iscritto.

Io invece vi voglio spingere ad una riflessione che va sia oltre la matematica sia il significato cabalistico ed esoterico di questo speciale numero ''infinito'' per arrivare ad una considerazione sull'Uomo.

Immaginiamo allora di essere noi stessi un sistema sferico. La nostra apparenza esteriore o fisicità è rappresentata dalla circonferenza con al centro un nucleo vitale (un atomo misterioso in corrispondenza del cuore, la base della vita) il cui rapporto è simboleggiato dal Pi Greco; un rapporto quindi stabilito da un numero infinito.

Questo significa che per andare alla ricerca di noi stessi, per passare dalla nostra circonferenza - gli eventi che viviamo sulla superficie della nostra vita - al nostro interiore profondo - il motore che genera e muove tali eventi - dobbiamo tener conto di un elemento che non ha confini, qualcosa di non-finito e non-definibile.

Tutti gli accadimenti più o meno piacevoli in cui veniamo coinvolti nel corso della nostra vita, sono effetti generati da qualche causa. E dove si trovano le cause se non al centro dell'essere?

È legittimo dunque pensare che se noi riuscissimo ad entrare nel nostro interiore profondo potremmo comprendere cosa dirige la nostra vita, ed utilizzare questa comprensione per indirizzare correttamente il nostro agire di ogni giorno.

Il ''pezzetto'' mancante, che con tutta probabilità mai troveremo visto che la mancanza è determinata da un numero non - finito, è però l'elemento che ci motiva, ci dà la spinta a ricercare continuamente quel tassello esistenziale che ci renderebbe sì esseri totalmente consapevoli del segreto della vita ma senza più l'afflato alla ricerca della felicità.

Il Pi greco, come sapete, è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. Se mettete in fila tre diametri, ottenete ''quasi'' la circonferenza, poiché ne manca un pezzettino. Piccolo, piccolissimo, ma manca. Il Pi greco ci parla di noi, ci dice cosa siamo: esseri imperfetti, destinati per l'eternità a cercare qualcosa che ci manca. Per secoli si è cercato di determinare in modo finito quel decimale che manca, ma si è scoperto che quel numero è ...infinito». Enrico Galiano, insegnate di matematica.



PI GRECO, Il Segreto In-Finito Dell'esistenza




La matematica permea e scolpisce costantemente la nostra vita. I numeri si celano dietro ogni nostro gesto personale, dietro ogni progresso collettivo. Come scrive Andrea Mignone nel suo libro La vita è matematica (Sperling & Kupfer, 2018) se è vero, infatti, che i numeri sono lo strumento per fare calcoli per fare andare l'uomo nello spazio, allo stesso tempo "sono un comodo attrezzo per ragionare sui piccoli e grandi problemi quotidiani".


Ce n'è uno in particolare che condiziona e dirige la vita di tutti noi e rappresenta la chiave fondamentale per interpretare l'Universo: il Pi Greco, rappresentato graficamente dal simbolo π (lettera P dell'alfabeto greco).

Il Pi Greco è il rapporto costante tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro o la base del quadrato che vi può essere iscritto.

Io invece vi voglio spingere ad una riflessione che va sia oltre la matematica sia il significato cabalistico ed esoterico di questo speciale numero ''infinito'' per arrivare ad una considerazione sull'Uomo.

Immaginiamo allora di essere noi stessi un sistema sferico. La nostra apparenza esteriore o fisicità è rappresentata dalla circonferenza con al centro un nucleo vitale (un atomo misterioso in corrispondenza del cuore, la base della vita) il cui rapporto è simboleggiato dal Pi Greco; un rapporto quindi stabilito da un numero infinito.

Questo significa che per andare alla ricerca di noi stessi, per passare dalla nostra circonferenza - gli eventi che viviamo sulla superficie della nostra vita - al nostro interiore profondo - il motore che genera e muove tali eventi - dobbiamo tener conto di un elemento che non ha confini, qualcosa di non-finito e non-definibile.

Tutti gli accadimenti più o meno piacevoli in cui veniamo coinvolti nel corso della nostra vita, sono effetti generati da qualche causa. E dove si trovano le cause se non al centro dell'essere?

È legittimo dunque pensare che se noi riuscissimo ad entrare nel nostro interiore profondo potremmo comprendere cosa dirige la nostra vita, ed utilizzare questa comprensione per indirizzare correttamente il nostro agire di ogni giorno.

Il ''pezzetto'' mancante, che con tutta probabilità mai troveremo visto che la mancanza è determinata da un numero non - finito, è però l'elemento che ci motiva, ci dà la spinta a ricercare continuamente quel tassello esistenziale che ci renderebbe sì esseri totalmente consapevoli del segreto della vita ma senza più l'afflato alla ricerca della felicità.

Il Pi greco, come sapete, è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro. Se mettete in fila tre diametri, ottenete ''quasi'' la circonferenza, poiché ne manca un pezzettino. Piccolo, piccolissimo, ma manca. Il Pi greco ci parla di noi, ci dice cosa siamo: esseri imperfetti, destinati per l'eternità a cercare qualcosa che ci manca. Per secoli si è cercato di determinare in modo finito quel decimale che manca, ma si è scoperto che quel numero è ...infinito». Enrico Galiano, insegnate di matematica.



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