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Io Speciale in un mondo normale





Nell'era del 4.0 delle Nex Generation, del Metaverso, dell'Interconnessione globale ci dimentichiamo sempre di guardare chi è SPECIALE.


Oltre quarant'anni di ricerche scientifiche hanno dimostrato come i bambini con disabilità intellettiva raggiungano maggiori risultati accademici e sociali, quando sono educati insieme ai loro pari senza disabilità. Inoltre l'apprendimento in gruppi eterogenei offre vantaggi a tutti gli studenti, che così imparano il ''valore della diversità'' e sviluppano difficilmente atteggiamenti discriminatori. Gli alunni con disabilità migliorano il rendimento scolastico e le competenze relazionali, proseguendo più volentieri gli studi e avendo maggiori possibilità di trovare poi un lavoro e una propria dimensione di autonomia e allora perché la società non investe sul loro futuro? L'Educazione inclusiva è un concetto che unisce le attività didattiche normalmente svolte a scuola con il paradigma dell'inclusione. Inclusione significa fare le cose insieme e dare a tutti la possibilità di partecipare alle attività di quel contesto, tale modello implica che tutti i bambini, anche quelli con Sindrome di Down, prendano parte alla normale vita scolastica e sociale. L'educazione inclusiva è un diritto umano fondamentale di ogni bambino. Lo sancisce la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall'Italia nel 2009 con la legge 18/09. L'articolo 24 della Convenzione invita i governi ad accelerare la trasformazione dei loro sistemi educativi al fine di garantire un'istruzione inclusiva a tutti gli studenti con disabilità. Fino ad un certo punto del percorso scolastico le criticità legate all'educazione inclusiva con bambini con Sindrome di Down non si notano. Il fenomeno esplode nel secondo ciclo d'istruzione e nell'inclusione sociale nel mondo del lavoro.

Quando le persone con sindrome di Down si avvicinano all'età adulta, infatti, la loro difficoltà di autonomia emerge con evidenza e ciò non facilita l'ingresso in una realtà lavorativa, le capacità di queste persone sono sottostimate. "Quando un'azienda deve assolvere all'obbligo della legge 68/99, sceglie persone con altre disabilità e non quelle intellettive". Al fine di migliorare e rendere proficuo il percorso di formazione degli allievi con sindrome di Down è molto importante coniugare i percorsi riabilitativi ed abilitativi con gli interventi educativi, con il supporto costante dei genitori, con cui condividere i progetti, gli interventi e le loro finalità, gli stili educativi. In tal modo diviene possibile coordinare adeguatamente il lavoro svolto dalla scuola con quello dei genitori ed intervenire nella presa in carico in modo compatto, coerente e significativo. R. Feuerstein, psicologo pedagogista, afferma che "La mente è più forte dei geni" e ha scritto un libro dal titolo volutamente provocatorio Non accettarmi come sono, un approccio nuovo alla sindrome di Down in cui afferma la sua teoria secondo la quale se io accetto una persona per quello che è, la blocco e non credo che possa evolversi. Ha inventato il metodo Feuerstein, che viene praticato nelle scuole. Secondo Feuerstein la personalità di un individuo, le sue caratteristiche morali spirituali, culturali, mentali e, dunque, anche specificamente intellettive, sono sempre aperte, dinamiche e suscettibili di modificazione, superando il concetto genetico secondo cui se siamo fatti in un certo modo non possiamo modificare le nostre capacità cognitive Feuerstein afferma la caratteristica della dinamicità e non staticità dell'intelligenza, ipotizzando che le differenze culturali negli "stili di apprendimento" siano il vero punto focale rispetto allo sviluppo cognitivo. L'idea fondamentale non è che la genetica non esista o non abbia influenza, ma che le condizioni prodotte dai fattori genetici e cromosomici siano anch'esse modificabili. Il vero limite allo sviluppo della persona viene posto dal mediatore, dall'educatore, quando questi non crede più nelle possibilità del soggetto stesso e smette di sollecitare e di favorire lo sviluppo.

Come scrive Guido Marangoni nel suo libro Anna che sorride alla pioggia, "siamo fatti di-versi perché la vita è poesia". Se riuscissimo a vedere nella diversità il fondamento della natura umana che estende il suo pensiero a una forma più ampia e multiforme, non sentiremmo il bisogno di catalogare e stigmatizzare i vari quozienti di intelligenza umana, ma lasceremo le porte aperte alle infinite possibilità di evoluzione che ogni individuo porta con sé. La scuola rimane il contesto in cui si può realizzare il percorso inclusivo più compiuto. Il problema maggiore è il progetto di vita, che ancora oggi non riesce a decollare tramite un adeguato raccordo tra scuola e mondo del lavoro. Molto è stato fatto, occorre però al fine di garantire in pieno ogni prospettiva di vita che le conquiste non rimangano fine a sé stesse.

CALZINI SPAIATI
Han pensato: "che sbadati!"
i calzini ...tutti spaiati!
Che rivoluzione nel cassetto!
Il calzino a righe non trova il suo
compagnetto!
Con uno verde si è abbinato
e gli sembrava di stare sul prato.
Il calzino verde, anche lui senza amico,
col calzino a righe si è divertito!
In una girandola di colori, vicini vicini
han fatto un patto:
''I colori son diversi,
ma calzini sempre siamo:
se i piedini son coperti
noi felici insieme andiamo!".
L'uno verde, l'altro a righe:
son diversi, e ben si sa,
ma insieme "son tesoro"
e ricchezza ci sarà!

Maestra Maria Grazia Brambilla



Io Speciale in un mondo normale





Nell'era del 4.0 delle Nex Generation, del Metaverso, dell'Interconnessione globale ci dimentichiamo sempre di guardare chi è SPECIALE.


Oltre quarant'anni di ricerche scientifiche hanno dimostrato come i bambini con disabilità intellettiva raggiungano maggiori risultati accademici e sociali, quando sono educati insieme ai loro pari senza disabilità. Inoltre l'apprendimento in gruppi eterogenei offre vantaggi a tutti gli studenti, che così imparano il ''valore della diversità'' e sviluppano difficilmente atteggiamenti discriminatori. Gli alunni con disabilità migliorano il rendimento scolastico e le competenze relazionali, proseguendo più volentieri gli studi e avendo maggiori possibilità di trovare poi un lavoro e una propria dimensione di autonomia e allora perché la società non investe sul loro futuro? L'Educazione inclusiva è un concetto che unisce le attività didattiche normalmente svolte a scuola con il paradigma dell'inclusione. Inclusione significa fare le cose insieme e dare a tutti la possibilità di partecipare alle attività di quel contesto, tale modello implica che tutti i bambini, anche quelli con Sindrome di Down, prendano parte alla normale vita scolastica e sociale. L'educazione inclusiva è un diritto umano fondamentale di ogni bambino. Lo sancisce la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall'Italia nel 2009 con la legge 18/09. L'articolo 24 della Convenzione invita i governi ad accelerare la trasformazione dei loro sistemi educativi al fine di garantire un'istruzione inclusiva a tutti gli studenti con disabilità. Fino ad un certo punto del percorso scolastico le criticità legate all'educazione inclusiva con bambini con Sindrome di Down non si notano. Il fenomeno esplode nel secondo ciclo d'istruzione e nell'inclusione sociale nel mondo del lavoro.

Quando le persone con sindrome di Down si avvicinano all'età adulta, infatti, la loro difficoltà di autonomia emerge con evidenza e ciò non facilita l'ingresso in una realtà lavorativa, le capacità di queste persone sono sottostimate. "Quando un'azienda deve assolvere all'obbligo della legge 68/99, sceglie persone con altre disabilità e non quelle intellettive". Al fine di migliorare e rendere proficuo il percorso di formazione degli allievi con sindrome di Down è molto importante coniugare i percorsi riabilitativi ed abilitativi con gli interventi educativi, con il supporto costante dei genitori, con cui condividere i progetti, gli interventi e le loro finalità, gli stili educativi. In tal modo diviene possibile coordinare adeguatamente il lavoro svolto dalla scuola con quello dei genitori ed intervenire nella presa in carico in modo compatto, coerente e significativo. R. Feuerstein, psicologo pedagogista, afferma che "La mente è più forte dei geni" e ha scritto un libro dal titolo volutamente provocatorio Non accettarmi come sono, un approccio nuovo alla sindrome di Down in cui afferma la sua teoria secondo la quale se io accetto una persona per quello che è, la blocco e non credo che possa evolversi. Ha inventato il metodo Feuerstein, che viene praticato nelle scuole. Secondo Feuerstein la personalità di un individuo, le sue caratteristiche morali spirituali, culturali, mentali e, dunque, anche specificamente intellettive, sono sempre aperte, dinamiche e suscettibili di modificazione, superando il concetto genetico secondo cui se siamo fatti in un certo modo non possiamo modificare le nostre capacità cognitive Feuerstein afferma la caratteristica della dinamicità e non staticità dell'intelligenza, ipotizzando che le differenze culturali negli "stili di apprendimento" siano il vero punto focale rispetto allo sviluppo cognitivo. L'idea fondamentale non è che la genetica non esista o non abbia influenza, ma che le condizioni prodotte dai fattori genetici e cromosomici siano anch'esse modificabili. Il vero limite allo sviluppo della persona viene posto dal mediatore, dall'educatore, quando questi non crede più nelle possibilità del soggetto stesso e smette di sollecitare e di favorire lo sviluppo.

Come scrive Guido Marangoni nel suo libro Anna che sorride alla pioggia, "siamo fatti di-versi perché la vita è poesia". Se riuscissimo a vedere nella diversità il fondamento della natura umana che estende il suo pensiero a una forma più ampia e multiforme, non sentiremmo il bisogno di catalogare e stigmatizzare i vari quozienti di intelligenza umana, ma lasceremo le porte aperte alle infinite possibilità di evoluzione che ogni individuo porta con sé. La scuola rimane il contesto in cui si può realizzare il percorso inclusivo più compiuto. Il problema maggiore è il progetto di vita, che ancora oggi non riesce a decollare tramite un adeguato raccordo tra scuola e mondo del lavoro. Molto è stato fatto, occorre però al fine di garantire in pieno ogni prospettiva di vita che le conquiste non rimangano fine a sé stesse.

CALZINI SPAIATI
Han pensato: "che sbadati!"
i calzini ...tutti spaiati!
Che rivoluzione nel cassetto!
Il calzino a righe non trova il suo
compagnetto!
Con uno verde si è abbinato
e gli sembrava di stare sul prato.
Il calzino verde, anche lui senza amico,
col calzino a righe si è divertito!
In una girandola di colori, vicini vicini
han fatto un patto:
''I colori son diversi,
ma calzini sempre siamo:
se i piedini son coperti
noi felici insieme andiamo!".
L'uno verde, l'altro a righe:
son diversi, e ben si sa,
ma insieme "son tesoro"
e ricchezza ci sarà!

Maestra Maria Grazia Brambilla



Io Speciale in un mondo normale





Nell'era del 4.0 delle Nex Generation, del Metaverso, dell'Interconnessione globale ci dimentichiamo sempre di guardare chi è SPECIALE.


Oltre quarant'anni di ricerche scientifiche hanno dimostrato come i bambini con disabilità intellettiva raggiungano maggiori risultati accademici e sociali, quando sono educati insieme ai loro pari senza disabilità. Inoltre l'apprendimento in gruppi eterogenei offre vantaggi a tutti gli studenti, che così imparano il ''valore della diversità'' e sviluppano difficilmente atteggiamenti discriminatori. Gli alunni con disabilità migliorano il rendimento scolastico e le competenze relazionali, proseguendo più volentieri gli studi e avendo maggiori possibilità di trovare poi un lavoro e una propria dimensione di autonomia e allora perché la società non investe sul loro futuro? L'Educazione inclusiva è un concetto che unisce le attività didattiche normalmente svolte a scuola con il paradigma dell'inclusione. Inclusione significa fare le cose insieme e dare a tutti la possibilità di partecipare alle attività di quel contesto, tale modello implica che tutti i bambini, anche quelli con Sindrome di Down, prendano parte alla normale vita scolastica e sociale. L'educazione inclusiva è un diritto umano fondamentale di ogni bambino. Lo sancisce la Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall'Italia nel 2009 con la legge 18/09. L'articolo 24 della Convenzione invita i governi ad accelerare la trasformazione dei loro sistemi educativi al fine di garantire un'istruzione inclusiva a tutti gli studenti con disabilità. Fino ad un certo punto del percorso scolastico le criticità legate all'educazione inclusiva con bambini con Sindrome di Down non si notano. Il fenomeno esplode nel secondo ciclo d'istruzione e nell'inclusione sociale nel mondo del lavoro.

Quando le persone con sindrome di Down si avvicinano all'età adulta, infatti, la loro difficoltà di autonomia emerge con evidenza e ciò non facilita l'ingresso in una realtà lavorativa, le capacità di queste persone sono sottostimate. "Quando un'azienda deve assolvere all'obbligo della legge 68/99, sceglie persone con altre disabilità e non quelle intellettive". Al fine di migliorare e rendere proficuo il percorso di formazione degli allievi con sindrome di Down è molto importante coniugare i percorsi riabilitativi ed abilitativi con gli interventi educativi, con il supporto costante dei genitori, con cui condividere i progetti, gli interventi e le loro finalità, gli stili educativi. In tal modo diviene possibile coordinare adeguatamente il lavoro svolto dalla scuola con quello dei genitori ed intervenire nella presa in carico in modo compatto, coerente e significativo. R. Feuerstein, psicologo pedagogista, afferma che "La mente è più forte dei geni" e ha scritto un libro dal titolo volutamente provocatorio Non accettarmi come sono, un approccio nuovo alla sindrome di Down in cui afferma la sua teoria secondo la quale se io accetto una persona per quello che è, la blocco e non credo che possa evolversi. Ha inventato il metodo Feuerstein, che viene praticato nelle scuole. Secondo Feuerstein la personalità di un individuo, le sue caratteristiche morali spirituali, culturali, mentali e, dunque, anche specificamente intellettive, sono sempre aperte, dinamiche e suscettibili di modificazione, superando il concetto genetico secondo cui se siamo fatti in un certo modo non possiamo modificare le nostre capacità cognitive Feuerstein afferma la caratteristica della dinamicità e non staticità dell'intelligenza, ipotizzando che le differenze culturali negli "stili di apprendimento" siano il vero punto focale rispetto allo sviluppo cognitivo. L'idea fondamentale non è che la genetica non esista o non abbia influenza, ma che le condizioni prodotte dai fattori genetici e cromosomici siano anch'esse modificabili. Il vero limite allo sviluppo della persona viene posto dal mediatore, dall'educatore, quando questi non crede più nelle possibilità del soggetto stesso e smette di sollecitare e di favorire lo sviluppo.

Come scrive Guido Marangoni nel suo libro Anna che sorride alla pioggia, "siamo fatti di-versi perché la vita è poesia". Se riuscissimo a vedere nella diversità il fondamento della natura umana che estende il suo pensiero a una forma più ampia e multiforme, non sentiremmo il bisogno di catalogare e stigmatizzare i vari quozienti di intelligenza umana, ma lasceremo le porte aperte alle infinite possibilità di evoluzione che ogni individuo porta con sé. La scuola rimane il contesto in cui si può realizzare il percorso inclusivo più compiuto. Il problema maggiore è il progetto di vita, che ancora oggi non riesce a decollare tramite un adeguato raccordo tra scuola e mondo del lavoro. Molto è stato fatto, occorre però al fine di garantire in pieno ogni prospettiva di vita che le conquiste non rimangano fine a sé stesse.

CALZINI SPAIATI
Han pensato: "che sbadati!"
i calzini ...tutti spaiati!
Che rivoluzione nel cassetto!
Il calzino a righe non trova il suo
compagnetto!
Con uno verde si è abbinato
e gli sembrava di stare sul prato.
Il calzino verde, anche lui senza amico,
col calzino a righe si è divertito!
In una girandola di colori, vicini vicini
han fatto un patto:
''I colori son diversi,
ma calzini sempre siamo:
se i piedini son coperti
noi felici insieme andiamo!".
L'uno verde, l'altro a righe:
son diversi, e ben si sa,
ma insieme "son tesoro"
e ricchezza ci sarà!

Maestra Maria Grazia Brambilla



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